Per la prima volta Produttori, Aziende della trasformazione e Organizzazioni professionali agricole intraprendono un percorso comune per raccontare al consumatore la qualità del latte crudo bovino “made in Lazio” e di tutti i prodotti derivati attraverso la trasformazione industriale, utilizzando le evidenze scientifiche fornite dai contributi di autorevoli esperti della nutrizione e della medicina.
Si tratta di un impegno comune per sostenere un comparto fondamentale dell’economia del Lazio, per valorizzare una tradizione agricola di primi piano, per promuovere il consumo del latte e la “cultura del latte”.
Il latte e suoi derivati sono da sempre presenti nella “dieta mediterranea” e caratterizzano assieme ad altri alimenti questo modello nutrizionale. L’Unesco nel 2010 ha riconosciuto la dieta mediterranea nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità, dichiarando che “la Dieta mediterranea coinvolge una serie di abilità, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti le coltivazioni, i raccolti agricoli, la pesca, l'allevamento degli animali, la conservazione, la lavorazione, la cottura e particolarmente la condivisione e il consumo degli alimenti”.
Per la gente del Lazio il latte rappresenta una sana abitudine quotidiana, radicata da decenni in questo territorio. Costituisce, inoltre, una soluzione concreta ed efficace per fronteggiare specifiche esigenze di vita e di alimentazione. A questo alimento è legata anche la preparazione di prodotti unici, legati, legati alla tradizione alimentare di questo territorio che unisce sapori e saperi artigianali.
I numeri del progetto.
Il progetto Filiera del Latte del Lazio vede coinvolti circa 450 aziende agricole, per un totale di oltre 50.000 capi, e 4 industrie di trasformazione ( Centrale del Latte di Roma; Ariete Fattoria Latte Sano; Centrale del Latte di Rieti; I.p.s srl, Latte di Nepi ) che operano nella regione Lazio. Il volume di latte prodotto, lavorato e commercializzato è di 160 milioni di litri, pari oltre il 50% del latte prodotto nel Lazio.
Il primo importante traguardo del Progetto è stato raggiunto il 30 marzo 2017 con la sottoscrizione del formale Accordo di Filiera stipulato tra i produttori primari, le principali cooperative di raccolta latte e le quattro industrie di trasformazione della Regione Lazio sopra menzionate. L’accordo ha lo scopo di regolare i rapporti, gli impegni e gli obblighi reciproci, funzionali all’efficace realizzazione delle finalità e degli obiettivi che i soggetti partecipanti intendono perseguire.
Gli obiettivi.
I soggetti coinvolti – allevatori, industrie di trasformazione, enti e istituzioni – condividono un impegno comune per raggiungere i seguenti obiettivi:
Il Progetto di filiera impegna le aziende agricole partecipanti al rispetto rigoroso dei requisiti sanitari per la produzione del latte crudo, così come delle norme sul benessere animale, e disciplina l’introduzione di riferimenti territoriali in etichetta da parte delle industrie della trasformazione, sia per il latte fresco convenzionale, di alta qualità e biologico a proprio marchio, sia sui prodotti caseari e derivati del latte.
“La valorizzazione del latte fresco è essenziale per garantire un futuro al sistema della zootecnia del Lazio” dichiara l’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann.“È importante costruire delle solide basi di educazione alimentare, far recuperare alla produzione del latte di qualità un giusto spazio di mercato, rafforzando il legame tra i territori e il prodotto.”
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